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Sempre più in contatto…sempre più distanti

Da qualche anno si parla di Fomo per definire la paura di restare senza connessioni, tagliati fuori, dall’inglese fear of missing out.

Prendendo spunto da una articolo pubblicato su “Fondazione Umberto Veronesi” si apprende che il FOMO è:

la paura di sentirsi tagliati fuori se ci si stacca da Facebook o Instagram.

Da studi si apprende che i più colpiti sono i più giovani, ma anche gli over 50, e che un livello di tempo elevato sui vari Social Network è strettamente proporzionale a forme di depressione.

DIPENDENZA SENZA SOSTANZA MA CON BASE BIOLOGICA

Diversi autori, la inseriscono nel gruppo delle “dipendenze senza sostanza” nelle quali «la dipendenza si instaura per ciò che si fa e mentre lo si fa, e come tutte le dipendenze crea problemi nella vita sociale, lavorativa e personale, isolamento, così come alla sospensione dell’azione si possono evidenziare sintomi di astinenza». Ma quanto è diffuso questo fenomeno della dipendenza da internet secondo i criteri della Kimberley Young? «La presenza del disturbo nella popolazione generale è variabile tra un 1% ed il 19.8%, secondo i paesi, con una media europea intorno al 10%, mentre in Asia arriva al 20%», risponde la professoressa Viganò. Internet è disponibile ovunque in tutte le sue declinazioni, siamo a rischio tutti di dipenderne? «La letteratura internazionale è concorde nell’affermare che nel determinismo della dipendenza da Internet come in tutte le dipendenze esiste una vulnerabilità biologica di base. Infatti in queste persone i circuiti cerebrali coinvolti nel meccanismo della ricerca di ricompensa, della gratificazione e del piacere sembrano attivarsi in modo diverso rispetto a chi non sia predisposto. Su questa predisposizione biologica andrebbero poi ad agire fattori psicologici che portano all’uso della rete come unica dimensione comunicativa della propria realtà o come sistema compensatorio ad una realtà poco gratificante».

Ma dagli studi condotti si evince che meno vengono usati i social si nota un netto miglioramento dell’umore ed una netta diminuzione della depressione e del senso di solitudine.

Che il mondo sta cambiando è sotto gli occhi di tutti, che stia migliorando non è così palese.

IL TRIONFO DEL NARCISISTA

Il ruolo dei social, soprattutto di quelli in cui è possibile postare immagini e selfie (Facebook, Instagram, Snapchat), sembra amplificare alcuni tratti di personalità tra cui il narcisismo. «In un recente studio il nostro gruppo di ricerca dell’Università di Milano insieme con il professor Roberto Truzoli e il gruppo del professore Phil Reed dell’Università di Swansea (Gran Bretagna), condotto con giovani tra i 18 ed i 34 anni, si conferma che l’uso dei social enfatizza la percezione, da parte delle persone con tratti narcisistici, di essere al centro dell’attenzione. Grazie alla mancanza di una censura reale in rete, queste persone possono presentarsi in modo grandioso e realizzare fantasie di onnipotenza, scollandosi sempre più dalla realtà e creando i presupposti perché i tratti narcisistici in alcuni casi arrivino a diventare un disturbo di personalità».

Oggi i telefonini, gli smartphone, sono entrati prepotentemente, ed alcune volte, obbligatoriamente, nelle nostre vite.

Ci danno la possibilità di “tenerci in contatto”.

Ma è veramente questo il contatto che serve all’essere umano?

Come e dove ci porterà questo distanziamento social?

Tante sono le ricerche che studiano questi fenomeni, partendo dai più piccoli, fino ad arrivare agli Over, ma indubbiamente, sarà solo il tempo a darci delle risposte certe.

Oggi più di ieri ci si impone un distanziamo sociale, ed il futuro, non sembra essere dei migliori.

 

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Written by Nuovo Raggio di Sole

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